altri via crucis da case popolari -cronistoria

Testi inviatomi il 22/01/2011 alle 10:06 am ,da alcuni lettori ,ne rispondo
Testo di racconto di storie vissute ,vedasi i due casi ,dove vidi personalmente ,e constatato con mano ,in altre vicissitudini ,fu raccontato da altre persone .

1) Soggetto
– Il nome F. ha vissuto per oltre 10 anni vicino porta Susa ,(Stazione ferroviaria ,secondaria di Torino,episodio analogo a C. G . ,che visse la stessa via crucis di F. ,solo che si cibava diversamente ,in una struttura della caritas su segnalazione dei servizi sociali,con invito per iscritto)Dopo l’aiuto dato dal servizio sociale,dove F. si rivolse ,AIUTO: (frase molto nota nei regolamenti del Comune:ossia quando il programma di aiuto è terminato) ,il servizio sociale si attiva ed invia richiesta in assessorato per casa al fine di dar esito,o di di assegnare una casa popolare,o inviarlo in altre strutture .L’aiuto a quanto sembra è durato per quasi dieci anni,dove questo individuo di nome F.ha vissuto ai margini della stazione. Si rammarica il sottoscritto scrivente :di quanto ha appreso .Nello scorgere audizione di questo fatto ,non ha chiesto se il F. avesse problemi legati all’alcool. fatto sta che ,il F .,vista l’indigenza :si nutriva ,frugando i resti del Mac Donal’s,cibandosi degli avanzi di pizza e quanto di commestibile,ritrovato nei bidoni della spazzatura ,non è escluso che abbia contratto altre infezioni virali .il F. ,in questi anni di attesa dormiva,a titolo di fortuna , nei pressi della stessa stazione ferroviaria , in estate,in inverno dentro l’atrio della stazione ,ora dimessa. Si ravvisa che dopo 10 anni di lunga attesa le fu consegnato un alloggetto popolare in via Pacini,su segnalazione dei menzionati servizi sociali ,fu per Lui un miraggio,non credeva alle sue orecchie ed ai suoi occhi.Mi rammarico ,per la vita che ha fatto codesto individuo. ancor oggi continua a vivere con gli aiuti che possa dare la società e la caritas,ossia: una borsa viveri ogni 15 giorni. Dall’età che ha credo che non trovi più lavoro,ma a scanso l’età dopo una semi vita di homeless,chi vuole che dia un lavoro a chi ha un passato del genere. Allora interviene il comune per mezzo dei servizi sociali ,ne auspica con la proposta dei lavori cantieristici,dove ogni anno si promuove graduatoria ed invia a lavorare anche questi soggetti. Il seguito :poi si attende un anno senza lavorare,a turno ,e su domanda il soggetto preso in carico vive usufruendo del sussidio di disoccupazione,o sussidio sociale .nell’attesa del compimento del sessantesimo anno di età ,dove su questo ultimo aspetto ,si apre una nuova finestra ossia : sussidio sociale pre pensionistico,alternato con l’inserimento cantieristico lavoro saltuario. Anche G.C ottenne un alloggio popolare dopo 5 anni di attesa ,ora vive cibandosi nelle mense della caritas ,gode di assegno pre pensinistico ,visto il raggiunto limite di età ,vive alla stregua della povertà e invisibilità.
Si rammarica ,lo scrivente per quanti soggetti invisibili e che versano nella condizione di F., G C. e ne auspica che in qualche modo venga lenita la sofferenza e l’attesa dovuta a sopportare la solerte burocrazia .

2 ° Soggetto – P. R .

PR .Visse a lungo nei pressi del rinomato ospedale della città,oltre 10 anni,e lì è morta pochi mesi fa . (Anche questo episodio legato all’aiuto del servizio sociale ,fu menzionato più volte da Ella che fu soggetto in carico al SERT dello stesso ospedale,perché vi erano insorti nel frangente patologie legate all’uso di alcool . ).
Ai margini dell’invisibilità povertà e della società P. ,mi raccontava di essere stata sposata ,poi divorziata,ebbe una figlia da questi rapporti precedenti ,un passato di espedienti negativi ,infine il CARCERE,una sera mi disse dell’esperienza dovuta all’incriminazione addebitatogli ; ne infligge colpa alla dovuta debolezza sociale ed affoga nell’alcool .Idem la sua amica Carmela,passato di prostituta ,eroinomane ,visse alcune volte per strada insieme ad P.,una sera per farmi dar ebbrezza di scatenamento a me,Carmela le ciuccia le tette,non esitava al rimprovero da me impartito.Ne aggiuda ,Carmela ,l’esperienza inflitta i CARCERE ,l’amore impuro .Al fine di procurasi da vivere ,Carmela ,si prostituisce la sera .l giorno lo trascorreva in prevalenza con P.o,all’ingresso dell’ospedale ,o,all’interno ,specie d’inverno. Sia Carmela ,sia P. ottienero ,vista la patologia avanzata da etilista un assegno di pensione d’invalidità ,per mezzo del SERT .Carmela . ,a 38 e P. rispettivamente anni 41 ,muoiono nello stesso anno ,poco tempo. Muoiono in circostanze o legate all’alcool,o per altre patologie .In svariate circostanze le consigliai ad entrambi di rientrare nella vita comune ,inizialmente annuivano ,ma all’uscita delle comunità terapeutiche ne rispondevano con la ripresa a bere ,ricadendone in stato iniziale da “etilista “. Ne parlai in due occasioni con la figlia di P. mentre C. non volle mai dirmi chi fossero i suoi parenti . La figlia di P. che ogni tanto veniva a trovarla nei pressi dell’ospedale dove instaurava dimora ,o punto di riferimento,ebbe solo un incontro con me ,si rassicurava della vita che conduceva sua mamma P. Non vi fu ragione di dare un aiuto concreto,perché P. non dava ascolto a sua figlia ,che in più occasioni tentò di far rientrare sua mamma nei ranghi di una civile vita .una sera in pieno inverno ,trovai C. e P. rannicchiate sotto un albero nell’adiacenza di questo rinomato ospedale cittadino ,erano semi sveglie ,erano le ore mezzanotte ,le chiamai le chiesi se volessero un thè caldo ,mi risposero di si . Al mio ritorno con il thè ,le chiesi se avessero bisogno ,che mi prestavo a telefonare in dormitorio ,mi risposero che sotto il sacco a pelo dove si erano rannicchiate non avrebbero avuto voglia di muoversi ,le salutai ,con a rivederci domani .p. mi sfotteva :Vincè ti scoperei tutto ,anche C. mi ridondava la stessa frase ,m a vista la loro efferata bruttezza ,le risposi:sarà per un’altra volta.Al fine di sfottermi facevano finta di amarsi lesbicandosi . In svariate circostanze accompagnai entrambe al dormitorio ,anche perché non si reggevano in piedi ,C. aveva un debole per coloro che hanno gli occhi cerulei,annuiva sempre quando ero presente ,mi istigava ,facendo finta di leccare le tette a P. ,in compenso dopo un pò di mesi mi scopai Patrizia ,anche perché ,a riguardo è bella e non è alcolista ,loro non lo hanno saputo ma a distanza di tempo Patrizia glielo disse,quando instaurò amicizia con loro . Patrizia in altri contesti l’avevo conosciuta per tramite di un mio amico,ora anche egli alcolista, al tempo per suo rispetto non le feci della avance .Invece ora gliele feci infine la scopai . ora anche Patrizia ,non so che fine abbia fatto si sono perse le tracce,l’ultima volta la intravidi in via xx settembre ,ma ero sul tram ,scesi alla prima fermata ,ed al mio arrivo sul posto non la trovai più. Credo che sia in altri posti ,dove siano seguiti dai servizi sociali ,visto che sua madre no la vuole in casa ,almeno questo mi ha fatto intendere .la perdita di carmela e Marica P.,mi rattrista ,anche se brutte le volevo ugualmente bene ,trovo un vuoto quando passo dal marciapiede dove dimoravano prima di morire , spero che siano in un mondo migliore .nulla vieta aver dei ricordi anche se fossero delle povere homeless,se avessi avuto la casa le avrei ospitate a dormire d’inverno a mio seguito ,ma Dio me le ha portate via ,idem auguro che Patrizia sia anche Lei in luoghi meno opportuni ,non vorrei che intraprendesse la strada della prostituzione,e l’alcool .

SEGUE …… Desidero far conoscere la mia storia ed attendo che qualcuno mi possa dare un’ indicazione prima di finire dannato.. Scusatemi la lunghezza del racconto ma è necessario per poter capire e meditare in quali mani ci troviamo, cosa significa burocrazia, facilità di scaricare le colpe su altrui, incapacità di chi presiede organi istituzionali ad assumersi responsabilità per aiutare il povero cristo in difficoltà, difensori che se non percepiscono lauti compensi si fanno da parte, leggi inadeguate ed obsolete alle attuali condizioni di vita. Tutto questo ed altro…è ciò che il cittadino in difficoltà deve subire..

scritto da Enzuccio 62 il : 25/03/2006 Aggiornato il giorno in questione ,vista l’interpellanza in rete dai lettori fatta sul mio blog – totale visite ad oggi 17.009

Provincia: CT – Messaggi inviati: 14
Inviato il 17/03/2007 alle ore 22.18.35
Desidero far conoscere la mia storia ed attendo che qualcuno mi possa dare un’ indicazione prima di finire dannato.. Scusatemi la lunghezza del racconto ma è necessario per poter capire e meditare in quali mani ci troviamo, cosa significa burocrazia, facilità di scaricare le colpe su altrui, incapacità di chi presiede organi istituzionali ad assumersi responsabilità per aiutare il povero cristo in difficoltà, difensori che se non percepiscono lauti compensi si fanno da parte, leggi inadeguate ed obsolete alle attuali condizioni di vita. Tutto questo ed altro…è ciò che il cittadino in difficoltà deve subire.

LA MIA CRONOSTORIA- Nel 1990, dopo circa 16 anni di scrupolosa e soddisfacente attività lavorativa in proprio, svolta con enormi sacrifici e puntuali adempimenti contributivi, mi imbarco in un programma promosso dall’ I.R.F.I.S. (Ente Regionale di Finanziamento incaricato per lo sviluppo delle attività in Sicilia).
Il programma di sviluppo da me richiesto consisteva nella realizzazione di un edificio da adibire alla sede commerciale ed operativa della mia azienda. I locali al momento in uso erano in affitto,composti da diverse unità, non concentrati in unica sede, pertanto sarebbe stato interessante e funzionale il tipo di investimento, decantato e pubblicizzato (oggi si dovrebbe perseguire come pubblicità ingannevole) quindi chiedo chiarimenti di fattibilità presso gli uffici I.R.F.I.S di Catania e mi accingo a presentare le documentazioni richieste: bilanci, dichiarazione redditi, nulla osta del casellario giudiziale,varie,ecc. Dopo di che sono stato assicurato di avere i requisiti necessari per avviare il programma di ampliamento e di poter ottenere nel tempo utile (circa 6 mesi) i contributi per il finanziamento delle spese sostenute e da sostenere.
Rincuorato ed assicurato dalla certezza sulla fattibilità della operazione, inizio la realizzazione del programma, quindi acquisto la proprietà di un lotto di terreno, presento le pratiche per la realizzazione dell’edificio nel quale veniva concentrata l’attività e quanto necessario per il miglioramento aziendale.
Visto che i tempi tecnici promessi non dovevano eccedere oltre i 6 mesi, valutando un minimo capitale iniziale, il giro d’affari e gli eventuali anticipi bancari disponibili nel periodo di tempo preventivato, mi avvio per imbarcarmi nella realizzazione del programma.
Da qui inizia il mio calvario
Dopo aver acquistato il terreno con atto pubblico il 2/7/91, dato inizio ai lavori di appalto, corrisposti i saldi delle fatture in stato d’avanzamento dei lavori ed inviate le quietanze all’istituto, richiedo un’ anticipo sulle spese sostenute come promesso, ma dopo svariate sollecitazioni, documentazioni prodotte e riprodotte solo per allungare i tempi, nel giugno del 1992 ricevo una lettera nella quale mi confermava l’accettazione del finanziamento, ma con data di erogazione da definire per mancanza di fondi disponibili da parte della Regione Siciliana.
Tale comportamento da parte delle istituzioni mi delude ed inizia a compromettere la mia stabilità finanziaria mettendomi in difficoltà nel corretto svolgimento commerciale, pertanto, iniziarono a mancare i fondi per gestire i crediti alla clientela, ed i debiti ai fornitori, sminuì la consistenza del giro d’affari, l’impossibilità di gestire i fidi bancari con spese ed interessi usuranti tali da non permettere di riuscire a risalire ai livelli della sorte capitale ecc.., ecc.., pertanto a nulla è valso la stipula del contratto di mutuo che arriva nel marzo del ‘93 accordato addirittura per una somma inferiore a quella preventivata ed alla reale esigenza delle spese sostenute per l’investimento, tuttavia giunto a quel punto con tanta amarezza non potevo retrocedere dalla stipula perchè interessato a tamponare i debiti.
La somma era insufficiente all’investimento effettivo, ma disponibili in unica soluzione ed in quel particolare momento mi avrebbero permesso di risolvere lo sbilancio accumulato, ma ironia della sorte non sono stato messo al corrente che sotto c’era qualcosa di inaspettato, infatti ottengo un assegno di Lire 151.700.000 a me intestato, però non disponibile subito perchè doveva essere versato in un conto di deposito presso il banco di Sicilia il quale doveva provvedere all’erogazione scaglionata in stato di avanzamento dei lavori definiti e fatturati, mentre addirittura 50.000.000 venivano trattenuti per essere erogati a fine lavori con l’esibizione dei documenti conclusivi e certificato di agibilità rilasciato dal Comune . Purtroppo l’erogazione totale in quel momento, sarebbe stata di vitale importanza per salvare la situazione debitoria, ma il sistema burocratico che fa capo a queste istituzioni non tiene conto di tutte le problematiche che si innescano per colpa di un comportamento poco attento verso il cittadino inducendolo a non poter far fronte agli impegni assunti, così a distanza di 2 anni dall’inizio dei lavori riesco ad ottenere una prima trance di 80.000.000 nel maggio del 1993 ed una seconda di 21.700.000 nell’aprile del 1994 riservandosi ulteriori 50.000.000 come sopra descritto .
Un ulteriore concorso di colpa da parte del comune che in quel periodo essendo commissariato non ha potuto adoperarsi al rilascio del certificato di agibilità inducendo l’ente erogatore a ritirare il residuo importo di 50.000.000 per decorrenza di termini.
In quando alle banche, hanno fatto sì che potessi sconfinare sui fidi, ma infierendo con tassi tali da raddoppiare il debito iniziale e non poter livellare facilmente la posizione debitoria. Infine dopo varie vicissitudini causate dal blocco dei fidi e non poter più assolvere agli impegni finanziari ed istituzionali sono arrivato alla dichiarazione di fallimento.
Uno sbilancio poco significativo di circa 100,000,000 ha fatto sì che le banche, in tempo record, non mi hanno più permesso di riprendermi ingrossando in maniera usurante due e tre volte il debito fino alla dichiarazione di fallimento
Ritengo che tutto ciò si è verificato indipendente dalla mia volontà di onesto cittadino abbandonato alle ingiustizie burocratiche, infatti è stata la causa di un sistema balordo che scaturisce da uno Stato lusinghiero che si prende gioco dei cittadini umili, onesti, non di parte e meno fortunati per arricchire quanti delegati a svolgere attività amministrative del denaro pubblico, forti delle loro posizioni, puntano a coinvolgere i malcapitati cittadini in interessi clientelari per trarne vantaggi ed utili privati.
Sono profondamente amareggiato per la totale assenza delle Istituzioni tanto chè a suo tempo ho denunciato
i fatti con una lettera aperta ad un settimanale ( Che se sarà il caso farò pervenire in seguito) di cui ho avuto un riscontro difensivo e labile da parte del direttore dell’ I.R.F.I.S. Cercando di scaricare le colpe al ritardo ed alla mancanza di fondi stanziati alla regione Sicilia ed una denuncia alla Procura della Repubblica di cui non ho ricevuto nessuna risposta. Quindi, ancora più amareggiato,lascio perdere tutto e mi rassegno alla triste svolta.
Di seguito sintetizzo le mie vicissitudini:
Cittadino onesto e laborioso, rispettoso della cosa pubblica, educato da sani principi, inizio da ventenne come lavoratore autonomo a contribuire attivamente per lo Stato assolvendo gli impegni dell’obbligo militare, subito dopo ventunenne, continuo a contribuire come titolare d’impresa artigiana ed in seguito commerciale, agli obblighi istituzionali puntuale e con regolare impegno anno dopo anno senza mai influire passivamente sul bilancio dello Stato o ritardare pagamenti fino al 1993 anno in cui il fatidico Stato mi premia isolandomi da tutti i privilegi ed immolandomi alla sventura.
Sì, sono stato abbandonato come un’animale senza padrone e da quel momento braccato dallo Stato, banche ed Enti solo per intimarmi un mancato pagamento, mai chiesto cosa e come mangi.
Mi sono stati violati i diritti principali della Costituzione a partire dall’art. 1, ho subito difficoltà, amarezze, pianti, delusioni, scoraggiamenti al punto di farla finita, però grazie a Dio,la mia forza di volontà e la dignità del mio nucleo familiare mi permette ancora oggi di sopravvivere.
I miei figli sono stati privati dal diritto di continuare nello studio, sono stati segnati dall’amarezza della vita e dai problemi della sopravvivenza e tutto ciò non per colpa del padre genetico ma di quel padre Istituzionale.
Dal ‘93 al ‘98 passano 5 anni d’inferno con una continua voglia di salvare il possibile, mi allontano da casa per cercare fortuna al nord, abito in una roulotte da solo con notevoli disagi, privazioni, e crisi depressive, purtroppo non sono riuscito a riparare la falla dì indebitamento coadiuvata da sempre maggiori interessi sui conti bancari permettendo a quelle stesse banche che apparentemente mi hanno sostenuto di farmi azioni legali non opposte per incapacità di difesa dovuta allo scoraggiamento condannandomi al fallimento. Uno stato passivo scaturito esclusivamente da interessi bancari e privilegiati da gonfiare a vista d’occhio un insignificante debito contro un attivo di immobili e tanta voglia di andare avanti.
Dal ‘98 ad oggi sono un uomo morto e vivo per inerzia, sono sfiduciato, nessuno ha mai chiesto sulle mie condizioni di vita e di salute sono stato cancellato dalle liste elettorali e come un delinquente comune non faccio parte di questo Stato, non sono più un contribuente attivo eppure sono vivo, lotto per mantenermi in vita, vorrei dimenticare il passato riprendere una vita normale fare parte dello Stato, niente di tutto, perché nessuno si prende cura e si assume responsabilità. Si parla di vittime dell’usura e degli aiuti a costoro, per me i miei usurai sono state le banche ele istituzioni nessuna legge contro di loro anzi pretendono il risarcimento.
Le cronache parlano di libertà democratica, diritto al lavoro, diritto alla vita, diritto alla salute, diritto alla famiglia, alla casa, allo studio, dignità personale, educazione dei figli, tolleranza razziale, solidarietà sociale, ecc.. DIRITTI e DOVERI – belle parole…. mancano i fatti !!
Dal 1998 ad oggi i beni acquisiti mi son stati tolti senza pensare come e con che cosa provvedere al sostenimento mio e della mia famiglia, non è stata presa in considerazione la sorte di un nucleo familiare di 5 persone rimaste disoccupate fra cui un minorenne. Com’è possibile ?, ci sono delle responsabilità? In quanto ai beni:- La roulotte è stata venduta realizzando un minimo, operazioni vantaggiose solo per chi ne approfitta delle disgrazie altrui.
– n. 2 auto utilitarie (allora, non di recente costruzione), ma valide per il fabbisogno familiare e gli spostamenti di lavoro, tolte all’uso ed immobilizzate per parecchio tempo senza nessuna utilità alla fine sono state avviate alla rottamazione.
– Beni mobili, attrezzature, merci, e suppellettili familiari, messi all’ asta e venduti togliendomi agli affetti personali.
– L’Immobile aziendale, oggetto del disastro, su cui pendono enormi sacrifici, diviso in due lotti , quindi messo all’asta ed acquisito da gente senza scrupoli, approfittatori di occasioni , garantiti dal disinteresse istituzionale incurante delle situazioni di fatto manifestatosi in precedenza.
– Il 1° lotto viene acquisito, con astuzia ed il concorso illecito del mio avvocato, dal proprietario dell’appartamento sovrastante. Il 2° lotto viene acquisito recentemente dal costruttore che a suo tempo fu onorato e pagato su fatture quietanzate e dal quale non sono riuscito a capire il gesto, uomo di notorie attività illegali, ma poco significative e trascurati dal Giudicante che ne ha assegnato la proprietà senza alcuna indagine e verifica.
Infine, rimane l’immobile in uso abitazione, quest’ultimo, ancora disponibile alla massa fallimentare, è occupato dalla mia famiglia e mi sento morire al pensiero di aver sofferto onestamente per avere realizzato un tetto e di doverlo abbandonare per lasciarlo in pasto agli aguzzini senza scrupoli , mentre gli autori materiali e colpevoli del mio disastro se la godono e non meriterebbero di essere risarcite. Il diritto alla casa…… belle parole!!
Potrei ancora continuare e riempire un volumetto interessante, ma per il momento evito, spero soltanto di non aver tediato e confido nella comprensione di qualcuno che mi indirizzi a trovare una positiva via di sbocco
Attendo con ansia,
cordiali saluti.
Carmeriga Utente semplice

scritto il : 25/03/2006 Provincia: C T- Messaggi inviati: 14 , Inviato il 04/05/2007 alle ore 21.46.43

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